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La Processione di San Lorenzo

IL 10 agosto ricorre la festa patronale della frazione del Porto. Da antica data in questo giorno vengono organizzate varie manifestazioni le più importanti delle quali sono il Palio Marinaro e la processione in onore di San Lorenzo.

Il 10 agosto 1986 il Comitato dei festeggiamenti decise di far uscire in processione, dopo 27 anni che ciò non succedeva più, la statua del Santo. L’ultima volta, infatti, la statua di San Lorenzo era stata portata in processione nel 1959. A quell’epoca l’isola aveva una fisionomia ben diversa: al Campese era ancora aperta una fiorente miniera di pirite di ferro che dava lavoro a centinaia di operai. Varie cave di granito erano ancora operanti in diverse parti dell’isola, l’economia della frazione del Castello poggiava ancora per buona parte sull’agricoltura, quella del Porto sulla pesca e sui numerosi marittimi imbarcati sul lungo corso. La fisionomia del Porto era allora alquanto diversa dall’attuale: ai moli erano ormeggiate solo le barche da pesca, sulla arcuata spiaggia d’oro erano ancora tirati in secco vari bastimenti di armatori locali, sul lungomare non vi erano automobili (con l’eccezione di una corriera e di uri paio di autovetture), ma si poteva più facilmente vedere qualche somarello adibito al trasporto del vino dalle cantine del castello alle locande del Porto; i terreni retrostanti l’arco di case erano tutti coltivati ad orto.

In questi 27 anni, così come l’economia, era cambiato l’aspetto dell’isola. Nel 1961 chiuse la miniera ed anche le cave di granito poco a poco smisero di lavorare. L’agricoltura e la pesca furono progressivamente abbandonate a favore delle nascenti occupazioni nel campo del turismo. La vecchia motonave Aegilium, che trasportava solo passeggeri, fu sostituita dalla motonave R/o Marina, che aveva un garage anche per le autovetture. Successivamente il servizio di collegamenti marittimi fu potenziato con la motonave Giglio Espresso e, dal 1979, il R/o Marina fu sostituito dal nuovo Aegilium. Nel Porto, oltre ai nuovi traghetti, le vecchie barche da pesca hanno lasciato quasi completamente il posto ai panfili e alle altre imbarcazioni da diporto.

Sul lungomare la presenza di automezzi è diventata sempre più invadente.

In questo mutato scenario, dopo 27 anni di clausura, la statua si apprestava ad uscire in processione la sera della vigilia di San Lorenzo 1986. Il Porto, per l’occasione, era stato per la prima volta tutto addobbato da una fastosa luminaria. Così, accompagnato dalle note della banda, fra un fiume di gente che gremiva la scalinata della Chiesa, sorretto dalle spalle dei giovani del Palio, S. Lorenzo, lentamente e maestosamente oscillante, giunse sul lungomare salutato dalle sirene dei traghetti. In quel momento l’ondata emotiva travolse tutti: i più anziani, che ricordavano le processioni di tanti anni prima, i più giovani, che guardavano questa statua di un giovinetto sereno, raffigurato in tutti gli album di foto di famiglia, lassù, dietro l’altare maggiore, costantemente presente sullo sfondo di ogni solenne cerimonia.

Anche gli abituali turisti, seduti fuori i bar del porto, avvertirono questa sensazione e, invece di rimanere seduti a guardare la processione con aria di sufficienza come gli anni precedenti, si alzarono in piedi in segno di rispetto. Il coinvolgimento emotivo era ormai generale e riguardava tutti, Gigliesi e forestieri, credenti e non credenti. Per quello che evocava nella memoria, per quello che rappresentava in quel momento, San Lorenzo, simbolo del paese, aveva superato la sua stessa essenza religiosa ed aveva assunto un significato totalizzante di coesione sociale. Ma Lui, il Santo, come avrebbe giudicato questo radicale mutamento del paese? Davanti agli orti cementificati, davanti ai moli pieni di panfili, davanti alle autovetture che disturbavano la passeggiata, l’espressione del Santo sembrò comunque rimanere serena; e quando in Chiesa, fra l’applauso generale della folla, la statua fu riappoggiata sul piedistallo, S. Lorenzo sembrò guardare ancora una volta la “gente sua di mar” e perdonare, con una espressione ancora serena del volto.

Momenti della processione

Il porto non era ancora lastricato e la sabbia arrivava allora fino alle case

anni ’30

Le donne e gli uomini

Quando c’era la processione

1948

Le fasi iniziali della processione

La processione esce dalla Chiesa di San Lorenzo al Porto

1951

La processione prosegue

In quell’anno la processione ancora si
teneva a mezzogiorno, ma presto passerà a svolgersi nel tardo pomeriggio,
sul calar del sole, per ovviare al caldo

1959

È il 1986

La statua del Santo

1986

La poesia per San Lorenzo di Tonino Ansaldo

 

IL SANTO

Apparve,
issato,
da cento irsute braccia
due metri e più verso lo stellato
propr’oggi stellato più che mai.
Purpureo,
in gesso,
colla graticola.

Maestoso
uscì dall’uscio
per le granite scale
quando attenti e tonti
mille volti in lacrime
e mille cuori in tumulto, prese.

Gigante tuonò il plauso
coi suoni di note
… seguì un lampo di ricordi
che invase anziane menti.

Dopo tre per nov’anni
rivide metà d’un cerchio unico
bagnato da un ancor più unico.

Sereno in espressione rimase
pur se il verde dei suoi orti
tinto vide dal grigio dei cementi.

Sereno
in espressione rimase
seppur lontani i suoi marinai e
bastimenti scorse
ora illusi e panfili
s’ormeggiano al granito.

Sereno in espressione rimase
seppur simpatici quadrupedi non trovò
ora metalliche bare a quattroruote
sono alta cifra, soffocante.

Nocente o rea
la gente sua di mar?
Coi suoi mille cuor
in tumulto ancora
sereno in espressione rimase.

Tonino Ansaldo

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